21 febbraio 2012

il bastone della vecchiaia

Son due giorni che tossisci, sputazzi, vomiti ovunque...cara pupetta raccatta-bacilli.

Son due giorni che sei nel mio lettone a rotolare per la notte intera...

Son due giorni che hai sfrattato il babbo che è scappato sul divano...

Son due giorni che sono completamente dedicata a te, 24 ore su 24...tra cenci, aereosol, miele e camomilla.

Le gioie della mammità in inverno, le gioie del primo anno di asilo.


La scorsa notte la tosse non ti ha dato tregua e siamo arrivate alle sei di mattina stravolte come dopo una battaglia.

Poi hai preso sonno e hai dormito senza un sussulto fino alle 9. Finalmente.

Ho tirato il fiato e mi sono appisolata un po' finchè... un colpo di tosse ha scosso anche la mia gola.

D'un tratto sei saltata sul letto poi sei scesa in fretta andandoti a nascondere dietro la porta, le mani sulla bocca.

" Birby ma che fai?"


"Mamma vado via, non vorrai mica attaccarmi la tosse"

RICONOSCENTE, davvero!

Diciamo che come bastone della vecchiaia non promette proprio bene!

15 febbraio 2012

La morte raccontata ai bambini

Scrivere di questo tema così faticoso mi crea disagio, ma l'assenza e l'addio fanno parte della vita di noi adulti e anche dei più piccoli ed è inevitabile che purtroppo prima o poi ci si debba confrontare con questi eventi.

E' accaduto anche alla nostra famiglia in questi giorni quando ci siamo stretti intorno alle "nonna col bastone" così la chiamava la Birby ( la nonna di mio marito) che alla soglia dei 100 anni se n'è andata.
Si è trattato di un evento prevedibile a cui, vista l'età della nonna, eravamo preparati, per cui l'ultimo saluto è stato soprattutto un momento in cui i suoi 7 figli e tanti nipoti hanno celebrato la sua lunga vita scambiandosi ricordi con nostalgia e affetto e una relativa serenità.

Birby e "la nonna col il bastone" avevano un rapporto particolare fatto di sguardi più che di parole, le andava vicino e le dava la mano e spesso restavano così, minuti e minuti a studiarsi senza parlare. Chissà cosa si dicevano in quei lunghi dialoghi senza parole? Le divideva quasi un secolo, ma sembravano così vicine...


Come spiegare alla piccola che la nonna non c'è più, come usare le parole giuste?

Non è facile. Penso che ogni mamma trovi nella sua sensibilità i termini e i concetti più adatti.

Ho pensato di evitare spiegazioni troppo fantasiose tipo: la nonna sulla stella, nel cielo...

Mio marito aveva pensato di dirle che la nonna si era addormentata per sempre, ma poi abbiamo deciso che il paragone con il sonno potesse essere rischioso, e se poi Birby avesse avuto paura di addormentarsi?

Ho pensato che la cosa più semplice sarebbe stata farle percepire realmente l'assenza della nonna, senza usare tante parole.

Così abbiamo portato lei e la sua cuginetta coetanea nella stanza della nonna. La poltrona della nonna era vuota. Le bambine hanno chiesto dov'era e abbiamo spiegato loro che la nonna era andata da Gesù perchè era molto anziana e che ora aveva una nuova casa al cimitero.

Non l'avremmo più vista ma sarebbe sempre stata vicina a noi nel nostro cuore. Le bambine sembravano non capire bene.

A funerale concluso le abbiamo portate al cimitero, ognuna di loro aveva una piantina di pansè da regalare alla nonna. Hanno fatto tante domande di fronte alla tomba alle quali abbiamo cercato di rispondere nella maniera più semplice: ma dov'è? ma perchè?

Poi non hanno più chiesto niente.

Nel pomeriggio mia cognata ha avuto l'idea di ricordare di nuovo "la nonna con il bastone" con una merenda che proponeva sempre lei: le arance tagliate a fette con l'olio e lo zucchero. Mio marito ha raccontato delle sue merende a casa della nonna da piccolo, le bambine ascoltavano attente, hanno riso e mangiato tutto.

Ad oggi Birby non ha più chiesto niente, ma nel gioco con la cuginetta, il giorno stesso ho sentito che giocavano ad andare a salutare "la nonna col bastone" nella casa di Gesù. Mi hanno fatto una tenerezza infinita. Chissà nelle loro piccole menti cosa hanno percepito e elaborato...

07 febbraio 2012

Modelli ispiratori: la bambola gambe-secche

Gambe-secche è il nome con cui a Mammolina-house la nuova arrivata è stata subito battezzata. E' entrata a casa nostra per Natale infiltrata tra i tanti pacchetti colorati, ma non vi nego che quando tra la carta colorata si sono fatte strada quelle due gambette secche sono piuttosto inorridita.


Che razza di bambola è?

Con il suo total-look glitter, le zeppe, il mini abito, il trucco pesantissimo e le labbra a canotto, non avevo mai visto niente di simile...una sorta di MINI-DISCO-PORNO-VAMP.

Chi può scegliere consapevolmente di regalare una bambola così?


Il fatto che quel dono arrivasse da una lontana parente con tre figli maschi e solo nipoti maschi, ha funzionato da attenuante ma lo sconcerto di fronte a quella mini vamp è stato tanto. E' anche vero che se quella bambola è in vendita sicuramente ha un suo mercato, cioè c'è qualcuno che consapevolmente, forse, la compra.


Quando poi l'ho presa in mano mi ha colpito un particolare: le gambe, non magrissime, ma proprio SECCHE.



Direi che questa bambola soffra quanto meno di anoressia visto che le sue esili cosce sono più magre dei suoi polpacci. Non era davvero molto diversa nelle sue forme dalle ragazze con disturbi alimentari restrittivi con cui ho lavorato nel passato.


Se il gioco con le bambole ha tra i suoi maggiori mezzi l'identificazione, siamo apposto davvero! Pensare anche solo lontanamente che Gambe-secche possa essere un modello di ispirazione per mia figlia mi provoca un brivido lungo la schiena.


Appartengo alla generazione delle bambine che giocavano a Barbie: un tempo accusate di ispirarsi a modelli filiformi tali da condurre molte piccole verso l'anoressia ( nutro i miei dubbi!)


Il corpo di Barbie è longilineo, con gambe chilometriche (quelle sì che le ho invidiate!), vitino di vespa, ma le proporzioni corporee sono rispettate, le cosce ben tornite, il seno presente.

E poi Barbie è senz'altro modello di assoluta eleganza.

Volete mettere con il look trash della moderna Gambe-secche? Non c'è paragone.


P.s. Per fortuna Gambe-secche non ha fatto breccia nel cuore della mia Birby e giace sconsolata nella cesta dei giochi da tempo inutilizzata...quasi quasi approfitto e la faccio proprio sparire.

03 febbraio 2012

Co-sleeping?

Co-sleeping ci stiamo pensando in vista del nuovo arrivo.


Accogliere un figlio nel lettone è una pratica che mi affascina, sopratutto nei primi mesi di vita del neonato, sopratutto se stavolta riuscissi ad allattarlo, ma i dubbi sono davvero tanti: è una libertà o diventa una schiavitù?


La Birbina ha da sempre dormito nel suo spazio che prima era la carrozzina, poi la culla e da quando ha circa 5 mesi il suo lettino. L'ho allattata col biberon e quindi, comunque mi dovevo alzare da letto di notte per preparare e scaldare la poppata. Da quando è cresciuta difficilmente chiede di venire a dormire con noi. Il lettone è per lei sopratutto il luogo delle coccole della Domenica mattina quando volentieri si infila tra me e mio marito per giocare.


Qualche volta la porto io se si sveglia di notte, ma nelle rare situazioni in cui ospitiamo la nostra Birby tre-enne nel lettone la situazione del nostro sonno è spesso quella descritta nell'immagine sopra.

Al risveglio siamo sempre tutti incriccati...e il sonno si fa frammentario perchè ho il pensiero della piccola che vaga per il lettone. Spesso la troviamo di traverso sopra le nostre teste o girata testa-piedi.

Ma?


Le perplessità fermentano...


Questo post partecipa al blogstorming


01 febbraio 2012

FERMATE LA GIOSTRA-Appunti semi-seri sui primi tre mesi di gravidanza

Ci sono passata due volte da quel momento fatidico in cui un semplice aggeggio bianco e blu corredato di linette ben marcate mi ha predetto che sarei diventata mamma... in entrambi i casi è stata una sorpresa e da quel momento (e molti test dopo fatti per sicurezza) niente è stato più uguale.


Ci sono passata due volte da quei faticosi primi tre mesi di gravidanza. Ogni volta è stata una storia a sè con sensazioni, sintomi, timori, voglie completamente diverse...e allora cosa accade alla mamma dopo l'esito del test di gravidanza positivo?

Accade che si senta radiosa, felice e piena di energia per i tre mesi successivi e che sia il periodo più bello della sua vita.

Diciamo che questo, forse, accade ad una piccola percentuale di fortunatissime donne che ricorderanno quel periodo come unico e magico.

Vi racconto cosa è accaduto a me in un mix del peggio delle due gravidanze, ma sicuramente il repertorio può essere ampliato e arricchito da personalissimi sintomi :


-L'EFFETTO GIOSTRA: può accadere che vi piombi addosso un senso di nausea perenne, più o meno in contemporanea con l'esito del test e che vi abbandoni solo quando chiudete gli occhi la sera, la sensazione "vivo in barca" vi assalirà appena sveglie e sarete costrette a repentine fughe in bagno.

-Potreste sentire strani odori ovunque, per aprire il frigorifero potreste dovervi tappare il naso o mettervi la maschera. L'autobus vi potrebbe sembrare una camera a gas, e pure vostro marito potrebbe avere al vostro naso un insolito odore.

-Il percorso da pendolare in treno potrebbe sembrarvi eterno e invece di cercare il vagone con i compagni di viaggio il primo pensiero sarà sempre e comunque quello di cercare un bagno spesso, chiaramente, FUORIUSO!

-Il mondo vi potrebbe sembrare stranamente popolato di bipedi con andatura da papera e panze prominenti e vedrete carrozzine ovunque.

-Se poi decidete di mantenere il segreto verso il mondo nel primo periodo state pur certi che vi accadranno le cose più assurde: la nonna vi racconterà casualmente del bambino della vicina nato dopo i salti sulla pancia da parte del ginecologo, vi offriranno vodka nella pausa pranzo al lavoro e vi troverete in auto col vostro capo che, casualmente, ha voglia di fumare con i finestrini chiusi.

-In questo periodo vi può accadere di essere assalite da sonno folle, di imparentarvi per giorni interi con il divano se siete a casa, o di ciondolare al pc al lavoro con gli occhi aperti ma con la mente tra i sogni.

-Potreste sognare acciughe alle sette di mattina, o Estathè ad ogni ora del giorno (e queste sono state le mie personali fisse) ma ne ho sentite di più strane.

-I vostri cibi preferiti potrebbero non essere più tali e darvi il voltastomaco al solo pensiero. Potreste avere la nausea anche solo a vedere "Cotto e mangiato" in tv e elemosinare cene a base di cibi in bianco pur di non cucinare e sopratutto pur di non aprire il frigo (vedi sopra).

-Se poi a casa avete già un bimbo, anche se ignaro della novità, state certi che sembrerà cogliere qualcosa di strano nell'aria. Vorrà sempre stare in braccio e vi coccolerà, ve lo troverete attaccato alle gambe anche mentre siete piegate sul wc esclamando " mamma che fai, gomiti?"

Se poi il piccolo va all'asilo di sicuro vi regalerà, in questi mesi in cui molti medicinali sono off-limits, un variegato repertorio di virus...


Tutto così nero nei primi mesi di gravidanza? Vi sembra che abbia esagerato?

Per me è stato un periodo molto faticoso, entrambe le volte non posso negarlo.

Ci sono però due aspetti splendidi di questo periodo che valgono tutti i "piccoli" disagi del caso:


-PASSA...i primi tre mesi passano in fretta, anche perchè quando ci accorgiamo di essere in attesa, in fondo, un mese dei tre è già passato. Poi ti alzi una mattina intorno al terzo mese e la nausea è sparita e sei di nuovo tu, piena di energia.

-in questo periodo farete le prime visite e anche se sul monitor apparirà solo un minuscolo palloncino con un millimetrico puntino sentirete il galoppare del suo cuoricino e quel battito di vita, miracolosamente dentro di voi, ripagherà in un attimo tutte le fatiche di questo primo periodo.

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