27 giugno 2010

MARE, MARE, MARE ma che voglia di arrivare...

In partenza da big house, una Punto piena di bagagli e voglia di relax!

Andiamo 10 giorni al MARE a mostrar le chiappe chiare...

A presto

25 giugno 2010

Quello che le mamme non dicono

Se su qualche anonimo treno toscano vi è capitato di vedere una bassotta che sfogliando un libro se la rideva sola soletta, mi avete riconosciuta, ero proprio io.
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Se su qualche panchina, di qualche trafficata stazione, vi è capitato di vedere una mamma assorta tra le pagine e con le lacrime agli occhi, ero sempre io.
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Se avete visto camminare una donnina con una mega borsa a tracolla, avanti e indietro lungo il marciapiede del binario ipnotizzata da una copertina azzurrina, ok ero sempre io la stessa di prima.
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Tutta colpa tua però, Wonderand, che hai scritto un libro così VERO, appassionante, dalla spiazzante ironia che non sono riuscita a staccare gli occhi se non all'ultima pagina.
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Seguo le tue avventure con la Polpetta da un bel po' sul tuo spettacolare blog machedavvero?, ridendo e pensando con te e grazie a te.
Le pagine di "Quello che le mamme non dicono" mi hanno inaspettatamente risucchiato, nel racconto della tua storia di mamma e donna, tra le difficolta e i momenti di comica quotidianità, in un percorso così diverso, ma per tanti aspetti così simile al mio, a quello di ogni mamma, forse anche se non lo racconta.
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Un libro da leggere tutto d'un fiato, davvero da non perdere!

24 giugno 2010

TEMPO SUPPLEMENTARE "DI GIOCO"

Tempo supplementare. Ne avrei davvero bisogno.
Un tempo in più per dormire, per sistemare la casa, per stare con la mia piccina, per dedicarmi a me (urge un passaggio dall'estetista e dalla parrucchiera).
Nel calcio è facile, basta che la partita termini in pareggio e una fischiatina dell'arbitro e la partita si prolunga. Fosse così anche nelle nostre giornate!
Inebriata dall'atmosfera dei mondiali il mio tempo supplementare lo tolgo spesso al sonno. Le mie passioni le coltivo la sera, finchè al fischio di fine partita non crollo sul letto.

Anche i bambini spesso sembrano aver bisogno di un tempo supplementare, lo noto sopratutto al nido. Quando sono intenti a giocare, a preparare caffè nella piccola cucina (perchè poi fanno proprio e sempre il caffè non me lo spiego), a mettere a letto bambole, a fare girotondi e vengono chiamati, ad esempio per andare in bagno, sembrano spesso scocciati e delusi nel dover lasciare il gioco interrotti a metà di un'azione.

Allora ho pensato: perchè non lasciare loro un tempo supplementare, per concludere "l'azione di gioco"?

Non si tratta di moltiplicare il tempo, mi spiego meglio. Nel calcio al fischio dell'arbitro per il tempo supplementare i giocatori sono consapevoli che avranno spazio per 15 minuti di azione e si avviano a cercare di concludere nel miglior modo possibile. Per i bambini potrebbe funzionare così. Quando decidiamo che è quasi ora di richiamare i bambini per cambiare attività, può essere utile avvisarli prima dicendo ad esempio "Tra 10 minuti, lasciamo i giochi e andiamo a lavarsi le mani", facendo attenzione che il bambino abbia recepito l'informazione immerso nei suoi mondi fantastici.
La cognizione del tempo, nei piccoli non è chiara, ma l'avvertimento, dovrebbe aiutarli ad avviarsi a concludere l'azione di gioco e al vero richiamo la resistenza dovrebbe essere minima. Almeno questo è quello che sperimento nei miei contesti di lavoro.

E se non funziona?

Sarà utile mettere a punto strategie per impostare i calci di rigore!

17 giugno 2010

E tu che cielo ti senti oggi?

Un giochino che è un'occasione per fermarsi un nanosecondo e pensare a noi, per guardarci dentro per un attimo e vedere come stiamo oggi.


Un'occasione per conoscersi e conoscerci un po' di più raccontando qualcosa della nostra vita prendendo spunto da un'immagine che ci somiglia per qualche motivo.
E TU, CHE CIELO TI SENTI OGGI?










Zanzare e Bambini

Sono un po' in pensiero.

L'estate è appena iniziata e la mia Birby è già impallinata di punture di zanzare che sembra quasi abbia la varicella. Per fortuna, al momento, niente infezione nè visibile prurito.

Oltre a sessioni di caccia serale, con tanto di paletta elettrica, in sequenza già abbiamo provato: il naturale geranio sul balcone e il puzzolente cerotto alla citronella appiccicato ovunque. I risultati sono stati pressochè zero.

Così mi sono messa a cercare soluzioni sul web e i consigli più sensati che ho trovato sono stati questi:

1.Non portar fuori i piccoli dopo il tramonto
Em, em, bella davvero come soluzione, visto che la sera è il momento più piacevole per uscire dopo una calda giornata estiva. Nonchè dimenticavo, spesso l'unico momento della giornata in cui mamma e babbo possono godersi al fresco la loro piccola.

2.Vestire i bambini con maglia e pantaloni lunghi, SEMPRE!
Geniale come consiglio direi, l'equivalente del " se non vuoi restare incinta, l'unico metodo è l' astinenza!"
E poi applicabile davvero, sopratutto quando saranno 40 gradi all'ombra. Quando la Birby mugolerà di caldo non sopportando più neppure il body e si spalmerà sul pavimento di marmo in cerca di refrigerio.

3.Zanzariera sul lettino.
Questo consiglio è sensato, ma un po' rischioso se, come è accaduto a noi lo scorso anno, dopo diversi risvegli notturni della Birby, nel riposizionare al buio la zanzariera per non disturbare la piccola appena addormentata, un simpatico insetto è rimasto intrappolato DENTRO e leccandosi i baffi ( se mai le zanzare hanno pure i baffi) ha festeggiato l'intera notte.


Sono in cerca di idee... che non siano i puzzolenti fornellini, nè i sintetici repellenti, applicabili in casa, ma sopratutto fuori, visto che alle nostre seratine al fresco, non avremmo proprio intenzione di rinunciare.

11 giugno 2010

UN AMICO CHE VIENE DA LONTANO

Un amico che viene da lontano perchè vive oltre l'oceano anche se parla toscanaccio come me.
Un amico che viene da lontano perchè i primi ricordi insieme a lui risalgono al primo giorno di asilo, quando 27 anni fa, quella presenza colorata entrò nella mia vita.
I nostri percorsi di vita sono stati intrecciati 20 anni, le scuole elementari, le medie, le superiori, sempre in classe insieme. Gli stessi amici, le stesse esperienze nel volontariato, vicino quasi come un fratello.
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Poi un giorno sei partito con la tua famiglia per trasferirti oltre l'oceano. Ricordo chiara quella notte all'aereoporto, quando t'ho salutato e il dolore profondo di me adolescente. "E' stato come se mi avessero tagliato un braccio" scrissi nel mio diario.
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Da lontano, e da vicino, il mio amico ha continuato a far parte della mia vita come io della sua. Il giorno del mio matrimonio è apparso in videomessaggio per farci gli auguri ed ora è qui, in casa mia, in compagnia di mio marito e con la mia piccola in braccio che lo guarda stupita.
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E' meraviglioso amico mio, rincontrarti di nuovo. Raccontarci la strada che abbiamo percorso insieme, ma sopratutto confrontarci su chi siamo oggi e su cosa sognamo per il futuro. E stupirci per il percorso fatto, per i traguardi raggiunti. Ricordarti un ragazzo e rivederti uomo in carriera, felice e alle soglie del matrimonio.
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Questo giorno resterà nel nostro cuore e con tante foto anche nell'album di famiglia.
A te piccina mia, che oggi sei stata testimone del calore di un'amicizia che dura da una vita, auguro di costruire nel tuo futuro legami così stretti che poi sono parte della vera ricchezza della vita.

10 giugno 2010

Meglio un parto che un trasloco

MEGLIO PARTORIRE CHE TRASLOCARE questo il mio motto di oggi.
Ok forse non sono molto obiettiva visto che dal parto è passato più di un anno e nella memoria il ricordo del dolore e della fatica non è più così lucido, mentre ho in mente fresco fresco questo cavolo di trasloco che mi ha ridotto a julienne la pazienza (scrivo pazienza perche sono una mamma elegante).

Qualche dato comparativo Trasloco/Parto

Escalation di sentimenti provati:
Parto: ansia, dolore, spaesamento,gioia immensa
Trasloco: ansia, rabbia, istinto omicida, julienne di p...pazienza.

Parto 7 ore di travaglio: trasloco 15 gg di accampamento

Postumi post-parto 10gg. Postumi post trasloco (dato non pervenuto, ma suppongo che per mesi ci saranno scatoloni per casa)

Parto: in un giorno, tutto finito o per meglio dire iniziato

Trasloco: 15 giorni e tutto sembra ancora dover cominciare visto che hanno montato la cucina, ma per errore hanno macchiato il nuovo piano di appoggio in pietra serena, hanno posizionato la lavatrice ma versa il bidet e se apro il rubinetto dell'acqua fredda viene quella calda.

Ad oggi care amiche una certezza, non so se partorirò ancora ma MAI più caro marito karateka mi sposterò da questa casa.
Quindi Cara suocera soprastante, spero che il ruolo di vicina di casa ti calzi a pennello perchè intendo sopportarti fino all'ultimo giorno, capito!!

Ora che mi sono sfogata, mi sento meglio e da domani cambio argomento.

Da Big House è tutto passo e chiudo!

01 giugno 2010

IL GIOCO DELL' INFILARE- Idea e Tutorial

Birby, come molti unenni, sta scoprendo le mille potenzialità delle sue manine e sta affinando di giorno in giorno la sua motricità fine.
Le piace giocare ad avvitare tappi, togliere le stringhe dalle scarpe, infilare i soldini nel suo salvadanaio ( furbina eh).
Queste attività la impegnano molto e dalla concentrazione con cui compie queste azioni e dall'espressione del suo volto potrebbe sembrare un ricercatore che compie esperimenti complicatissimi.
Quando raggiuge l'obiettivo esplode in applausi sonori e sorrisi cercando con lo sguardo l'approvazione dei presenti, quando non ci riesce, soffia stizzita, e poi riprova!
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Vi presento una semplice idea per assecondare la voglia di infilare degli unenni. Questo gioco mi è venuto in mente un giorno che, stranamente, Birby non mangiava. E' stato un escamotage per distrarla durante l'imboccamento (ok lo so che non si fa, ma la sopravvivenza, della mamma intendo, era a rischio). Le mamme diligenti posso usare questo gioco in altri momenti e con scopi maggiormente educativi.
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Occorrente:

Un mestolo bucato

uno o più nastrini colorati

scotch di carta



Passare lo scotch di carta su una delle due estremità del nastro in modo da renderlo simile ad una stringa da scarpe. Così risulta più maneggevole e più facile da infilare nei buchi.

Annodare l'altro capo del nastro lungo l'impugnatura del mestolo, e il gioco è fatto. Di già? E ci voleva un tutorial?

In effetti il gioco è davvero semplice, ma con le foto la spiegazione è più chiara.
Ora potete inpugnare voi il mestolo e lasciare al vostro piccolo il capo del nastro, potete lasciare al bambino la gestione in copleta autonomia. Potete far affacciare voi la punta del filo al buchino e lasciare al vostro piccolo il compito di tirare completamente il nastro, potete infilare voi e lasciare a lui il compito di sfilare...potete inventare conbinazioni diverse....


...BASTA DAVVERO POCO, che ce vo'!

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