30 gennaio 2010

Scarpe per primi passi

Che caratteristiche deve avere una scarpina primi passi???

Lo chiedo a voi perchè non c'ho capito nulla.


Quello che mi è chiarissimo è che ho dovuto sborsare 70 euro per due pezzettine di pelle e gomma di circa 15 cm.
Di marca ok, di buon materiale, di moda, ma cavolo 70 euro è il prezzo dei miei stivali nuovi fiammanti (da qui capite che non sono una patita delle scarpe).

Ma quello che più mi ha lasciato stupita è stata l'affermazione serafica della commessa nel dirmi "Vede signora, i piedi dei piccoli a quest'età crescono in maniera particolare, queste scarpette potrebbero andar giuste alla sua bambina per tre mesi (pfiuh!) o rimanerle piccole già tra 3 settimane (What?)".

Quindi se sono sfigata, tra 3 settimane mi ritrovo punto e a capo e con due bei portachiavi a forma di scarpetta fighissimi in dotazione. Perchè con quello che costano non vorrete mica non riciclare questi gioiellini?!

E pensare che io che quelle scarpine non le volevo neppure acquistare.
Ma andiamo con ordine.
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Birby cammina, ma per il momento cammina solo per la casa, quindi nella mia filosofia un paio di calzini antiscivolo andavano benissimo ancora per un po'.
Anzi dalla mia esperienza di girovaga di asili nido ho visto centinaia di bambini muovere i loro primi passi proprio muniti di calzini.
Il piede è più libero, il bambino impara a bilanciare meglio il peso e ad acquisire prima un equilibrio stabile. Ed è sulla scia di quest'idea che ho acquistato un bel corredino di calzini per la mia piccina.
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Poi sono arrivate le nonne, il loro pensiero e la loro influenza:

NONNA1 "Ma come, non la vorrai mica portare per Natale con il Corsivovestitino senza le scarpe?"

NONNA2 "Birby se avesse le scarpe camminerebbe già! Certo con i calzini ha meno equilibrio!"

Lo ammetto un po' ho sopportato, poi ho ceduto, anche se sono certa, e c'ho le prove, che Birby avrebbe camminato anche senza quelle famigerate e costosissime scarpette.

Ma come devono esser fatte poi?

Nel negozio ce n'erano di morbide e di rigidissime tutte in cuoio. Io alla fine ho scelto un modello a scarponcino con suola in gomma e tomaio in pelle morbida, ma sostenuta sul tallone. Mi sembrava un buon compromesso, ma Birby cammina a paparella.
Così ne ho parlato con la pediatra al controllo e dopo un attento esame delle scarpine ha sentenziato" Sono buone, ma la suola dovrebbe essere più flessibile!".
Ok sarà per il prossimo paio.
Anche se vi confesso che come devono essere queste scarpe non l'ho ancora capito, e quando non ci sono le nonne Birby sgambetta con i suoi calzini colorati!

28 gennaio 2010

Raccontare la guerra ai bambini

Ho ricevuto il libro " C'era un'oasi nel deserto" vincendo, con mia grande sorpresa, il Blogcandy di MaestraLaura. Laura è una maestra, molto appassionata e con tanta fantasia che seguo sempre con molto piacere.
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Ho iniziato a leggere il libro con molta curiosità.
Il testo è molto semplice e bellissimo, i profumi dell'oriente si mescolano con una storia che narra di bambini e animali.
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La guerra viene descritta in poche, significative frasi.
Quello che suggestiona, molto più di tante parole, sono le bellissime pagine, completamente colorate con tinte forti e stridenti. Sono i colori, in questo testo, a parlare e ad evocare più delle parole.
Sono le pennellate e i forti contrasti a raccontare, o meglio a suggerire all'immaginazione di un bambino cosa può essere la guerra, e arrivano al cuore più di tante crude immagini di battaglia.
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Un libro per riflettere e raccontare la guerra ai bambini ma che termina con un profondo messaggio di pace.
Un testo che penso adatto dai 5 anni.
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Per noi un gran bel regalo, grazie MaestraLaura!

27 gennaio 2010

Per non dimenticare

Se questo è un uomo
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Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide casa,
voi che trovate tornando la sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel votro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli...
Primo Levi

24 gennaio 2010

La prima cosa bella: la forza di una mamma

Non sono un'esperta nè un'appassionata di cinema, ma il film " La prima cosa bella" di Paolo Virzì mi ha molto colpita e mi ha fatto riflettere.
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Senza la pretesa di voler qui recensire questa pellicola, nè anticiparne la trama, voglio solo condividere con voi le sensazioni che ho provato come mamma di fronte a una storia che si snoda proprio intorno ad una figura di Mamma e al suo rapporto con i figli.
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Di fronte ai figli questa mamma sorride sempre, anche in situazioni estreme.
Questo suo modo di fare quasi estremo, un po' alla razionalità stona: ma come ti picchiano e sorridi, cadi in disgrazia e sorridi, sei morente e sorridi?
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Se però a guardare il film è una mamma, tutto appare con una luce diversa:
Il suo è un sorriso che dà fiducia ai suoi bambini spesso impauriti e disorientati, li rassicura anche in situazioni molto faticose.
Le mamme hanno una forza davvero tutta speciale in questo. Per proteggere i figli schermano spesso le loro emozioni negative e sorridono anche se magari dentro si sentono morire. Penso che sia un tentativo estremo di proteggere i propri figli dalla sofferenza della vita assorbendola e soffocandola dentro senza lasciarla trasparire, almeno di fronte ai loro occhi.
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Ora penso ai miei ricordi di bambina con questo sguardo: il volto della mia mamma è sempre soridente.
Eppure se ripercorro con la memoria quel periodo la mia famiglia è stata investita da diversi momenti tragici.
Che dire: grazie mamma!
E a voi se vi capita andate a vedere questo bel film e fatemi sapere che ne pensate.

21 gennaio 2010

LA TETTA CHE SCOTTA


L'allattamento al seno è sempre un tema caldo da trattare, sono rimasta molto colpita dal polverone che ha scatenato l'articolo di Paola Maraone su GIOIA.
Un articolo dal titolo non molto azzeccato, ma che nel suo contenuto racchiude tutta l'ironia e la leggerezza che chi segue Paola apprezza e conosce bene.

Detto questo penso che:

"Allattiamo perchè siamo mamme" e non "Siamo mamme perchè allattiamo".

In questo piccolo assioma è racchiusa la MIA verità.
Non è solo l'allattamento che qualifica l'essere mamma, sarebbe riduttivo.
Certe volte il latte non arriva a sufficienza, questa è una realtà.
La posizione equilibrata dovrebbe essere "Faccio ciò che mi rende più felice" ossia ci provo, è importante, ma se non ci riesco, ok per fortuna c'è un'alternativa che mi permette di essere serena lo stesso.
Non capisco i toni aspri di questo simpatico articolo. L'utilizzo dell'ironia per raccontare le cose a mio avviso le alleggerisce non le sminuisce.
Perchè su questo argomento non si può neppure ironizzare? Si ironizza anche sulla fine del modo?
Forse è proprio questo carico di misticismo e seriosità che circonda l'allattamento al seno che fa sentire sconfitta come mamma chi non ci riesce.
ASSURDO.
E poi, come ho già scritto,chissà se l'amore così forte come quello tra una mamma e il suo cucciolo non si possa trasmettere anche attraverso uno sguardo o una tettarella di plastica...

19 gennaio 2010

ODI ET AMO

"Ti odio e ti amo, come possa fare ciò forse ti chiedi.
Non lo so ma sento che così avviene e me ne tormento."
Catullo

Lavoro mio ti amo così tanto che qualche volta ti odio.

Ti amo per il sorriso dei piccoli che incontro ogni giorno Ti Odio perchè mi porti via per tante ore dal sorriso della mia bambina.
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Ti amo per i tanti incontri significativi e per le tante manine che mi salutano, Ti odio perchè a causa tua mi sono persa il primo ciao di Birby.
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Ti amo per i libri che riesco a leggere nei miei lunghi viaggi in treno, Ti odio perchè capita di arrivare così tardi a casa che la mia piccina è già a nanna.

Ti amo per la città lontana che mi accoglie e che mi mostra realtà diverse dalla mia, ti odio quando respiro smog e mi manca l'aria fresca del mio paese.

Ti amo perchè mi apri la mente, Ti odio perchè spesso mi mostri ingiutizie che mi chiudono lo stomaco.

Ti amo per lo stipendio fisso che arriva a fine mese, Ti odio perchè non mi lasci neppure il tempo per pensare come spendere.

Ti amo perchè faccio un lavoro utile a servizio di famiglie come la mia, ti odio quando incontro gente senza scrupoli.

Ti amo perchè mi permetti di fare sperimentazione, innovazione, qualità Ti odio perchè intralci la mia creativita con procedure e burocrazia.

Ti amo perchè ti ho scelto, ti odio perchè mi hai intrappolato

Ti odio soprattutto ora, lavoro caro, perchè devo spengere il computer e lasciare tutto, la sveglia per domattina è caricata alle 6 e lo sò, chiudo gli occhi e in un attimo è già mattina.

16 gennaio 2010

HELP voglio una casa di Gomma

Help! Birbina cammina, o meglio lascia un appoggio di colpo e muove tre o quattro passi sicuri.
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OK e poi?
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Opzione A: trova un altro appiglio a cui aggrapparsi, qualunque cosa, spesso i miei pantaloni o i miei capelli se sono seduta per terra.
Opzione B: Capitombola sul suo sedere imbottito, e spesso batte le mani soddisfatta come i passeggeri di un aereo dopo il riuscito atterraggio
Opzione C: Si butta a pesce in avanti e batte una sonora capocciata con pianto disperato e bozzo seguente.
Quest'ultima possibilità è piuttosto frequente, difficile da evitare e mi sta mandando davvero in crisi.

Il pericolo sbuca ovunque, sembrano comparire spigoli, innoque sporgenze si trasformano in trappole casalinghe e allora che fare?
Mettere il guinzaglio a Birby?
Brevettare un sistema di carrucole ed elastici tipo bungi jumping che quando Birby perde l'equilibrio la fanno rimbalzare verso l'alto?
Un po' complesso direi.
Quello che mi servirebbe per placare la mia ansia sarebbe una casa di gomma, tipo gonfiabili, con mobilia senza angoli in plastica, con pavimento morbido e con termosifoni tondi.

La tentazione reale di questo momento, meno allucinata della casa gonfiabile, sarebbe quella di imbottire tutti gli spigoli della casa, nel tentativo di salvaguardare la piccina, ma razionalmente sono certa che non basterebbe.
E poi, mi chiedo, quando Birby va nel mondo, dai nonni e dagli amici non trova mica le case imbottite?
Allora forse ogni spigolo sarebbe novità e sarebbe ancora forse più rischioso.

Difficile trovare l'equilibrio giusto tra la garanzia della sua sicurezza e la possibilità di farle comunque fare esperienza.

La mia decisione al momento è stata questa: tengo gli occhi super aperti, e visto che so già che non basterà, mi armo di una bella pomatina "post-urto", farò i conti con qualche bernoccolo e spero di avere c**o di cavarmela così!

Altre soluzioni?

14 gennaio 2010

EPPUR SE MOVE- Primi passi


Da due settimane Birby si muoveva tipo geko lungo le pareti di casa, arrivando ovunque, e leccando ovunque, ma questa è un'altra storia. Insomma sapevo che il grande momento era vicino.

Mi ero immaginata che avrebbe lasciato la mia mano barcollante e progressivamente. Avevo paura di non essere presente in quel momento, di essere al lavoro e un senso di colpa-preventivo ( che non manca mai!) si stava facendo strada nel mio cuore.
E invece ci ha stupito così, di colpo.

Ha scelto un piovoso pomeriggio creativo, circondata dall'esercito di Pro-zie per lasciare il suo amato divano e muovere sicura i suoi primi tre passi da sola.

E' rimasta lì ferma, in piedi, senza appoggio e noi stupite abbiamo gridato un "OHHH!" di meraviglia che un po' forse l'ha spaventata.

E' capitombolata sul sedere con un'espressione che sembrava dire "Oh cos'è successo! Perchè 'sta confuzione?"

Il suo primo passo, senza appoggio, da sola, nel mondo. E poi baci, abbracci, coccole per questa nuova conquista.

Mi è salito un brivido dentro e una lacrima di emozione ha fatto capolino. Piccina come cresci!

E' Domenica 10 gennaio, hai 10 mesi e mezzo e questo momento mi sa che lo ricorderò per un bel po'.

10 gennaio 2010

ALLA TUA ALTEZZA

Dipende da che dipende, da che punto guardi il mondo tutto dipende...
Lavoro con i tacchi, anche per darmi un tono visto la mia misera altezza, ma appena arrivo a casa, mi infilo la tuta e i calzini antiscivolo.
La mia mamma mi riprende quando mi siedo per terra a giocare con Birby
"Ma non hai intenzione di crescere? Non sei più una bambina, hai quasi 30 anni, che ci fai con quei calzini?"

Ok mamma, ho quasi 30 anni, ma che c'entra?

Mi siedo per terra, mi rotolo sul tappeto, mi metto gli antoscivolo per stare più comoda, lo faccio perchè fa parte di me, ma anche per stare all'altezza di Birby, per cercare di vedere il mondo dalla sua prospettiva e perchè lei giocando possa incontrare i miei occhi e non i miei ginocchi!

Sono convinta che mettermi alla tua altezza fisicamente, indichi una postura anche mentale, trasmetta disponibilità ad entrare in relazione, mostri un'attitudine di osservazione, tesa ad ascoltare a capire.

Girando molti asili nido, per lavoro, cerco di portare con me questa idea e di trasmetterla, anche se a volte le educatrici sgranano gli occhi, inventando scuse che vanno dal mal di schiena a convinzioni assurde.

Provate non ad abbassarvi, posizione alquanto scomoda, ma a sedervi per terra...tutto cambia, perchè comodi comodi si interagisce meglio. Parola di 30 enne!

07 gennaio 2010

Pannolini lavabili: tentativo di conversione.


I pannolini.
Un tema costante nei primi anni di vita del nostro piccolo. Ne ho parlato qui e qui.

In questi giorni mi sono autoconvinta che provare anche i lavabili era cosa buona e giusta.

Un esperimento, mettiamola così.
Ci provo.
Per curiosità.
Per dare una scossa alla mia coscienza ecologista assopita.

E anche perchè lo sforzo e la spesa è davvero minima.

Ho letto molto sui pannolini lavabili in queste fredde serate e sulla loro "gestione".
Chi li utilizza racconta di molti vantaggi: per il culetto meno arrossato del proprio piccolo, per un precoce spannolinamento, per il pianeta, per il portafoglio.

Così la mia curiosità è aumentata e complice un' appetitosa offerta prova (1 pannolino 18 euro) di un'azienda di fiducia (la stessa in cui ho acquistato il mio mei tai) ho deciso di provare ad ordinarne un piccolo kit composto da 2 pannolini lavabili Easy PU pannolino pocket taglia unica, li potete vedere quì.

Ho scelto questo modello sia perchè era taglia unica, regolabile, che perchè era composto da un unico pezzo (cioè non necessita di mutandina impermeabile supplementare), ma soprattutto per i colori arcobaleno fighissimi disponibili.
Ok forse potevo utilizzare criteri più razionali direte voi, ma quei pannolotti bianchi e ingobranti che ho trovato navigando, mi facevano davvero tristezza e mi sembrano un salto nel passato.

E così stamani è arrivato il pacchetto.

Per ora vi lascio le mie prime impressioni:

I pannolini sono davvero esteticamente belli. Li ho scelti in 2 colori del sole, rosso e giallo.
Penso alla mia piccina in estate a spasso nel prato con indosso solo quelli, sembrano costumini, sarà davvero carina.
Hanno sul davanto tre file di bottoncini per regolare la dimensione del pannolino. Li provo alla Birby: vestibilità ottima.

Rimango stupita, sono molto leggeri, li credevo più ingombranti.

Il tessuto interno è morbidissimo. Mi è subito venuto la tentazione di carezzarmeli al viso, cosa che, vi giuro, non mi era mai capitata in 10 mesi di pampers.

E adesso sono in lavatrice a 60 gradi, a farsi i tre lavaggi preliminari, prima di iniziare il loro "sporco" lavoro. Vi faccio sapere poi come va.

Soprattutto per la loro gestione (lavatrice, cacca & co.) che è l'aspetto che più mi lascia perplessa.
Questo post partecipa al blogstorming

04 gennaio 2010

Latte artificiale e deduzione fiscale


Un post serio. Una riflessione sentita.

Come ho già raccontato quì, non sono riuscita ad allattare la mia piccola al seno molto a lungo ed ho dovuto integrare quasi fin da subito le poppate con il biberon.

Sono passati 10 mesi, il latte artificiale non ha dato problemi alla mia piccola che cresce bene e ne è ghiotta.


E' finito l'anno ed abbiamo fatto 2 conti: il latte nella grande distribuzione costa dalle 22 alle 33 euro, la confezione più grande, quella su cui si riesce a risparmiare un po'. Una confezione basta in media meno di un mese.

Morale della favola? In 10 mesi abbiamo speso circa 350 euro di latte. E siamo stati fortunati, perchè abbiamo indovinato il latte adatto alla nostra baby al primo colpo.

La mia riflessione è questa:


Non ho scelto, ma ho dovuto allattare così la mia piccola su consiglio del pediatra, come accade a tante mamme.
Il latte artificiale serviva alla mia piccola, non è stato un optional per lei, allora questo alimento potrebbe essere considerato come un salvavita?

E allora perchè non si può dedurre fiscalmente?

Non conosco le ragioni del prezzo così alto di questo tipo di prodotti in Italia, non voglio spendermi in digressioni sulla schifosa speculazione che viene fatta in questo ambito, ma mi chiedo perchè un alimento così essenziale non possa essere dedotto se non con certificazione del pediatra che attesti una patologia esistente nel neonato tale da giustificare l'uso del latte artificiale ( e nel mio caso, come in molti altri, questa per stra-fortuna, non c'è).

Non ne faccio una questione economica, ma di principio:

Se ogni bambino ha diritto al meglio, perchè una mamma che è in difficoltà economiche deve ripiegare comprando il latte meno caro, quando magari quello adatto per suo figlio è un'altro?

Ho letto che addirittura ci sono madri che riempiono i biberon dei piccoli con acqua e zucchero o con latte di mucca...saranno situazioni al limite, ma esistono e vi giuro è una cosa che non riesco a concepire.

Perchè non si parla mai di questo in TV?

02 gennaio 2010

COSA RESTA

Cosa ti resterà nel cuore piccina di queste feste?


Forse lo scintillio delle tante luci, i tanti abbracci, l'invasione dei giocattoli sonori, le tante case visitate, il lume fioco della candela davanti al presepe.


Chissà cosa ricorderai di queste feste da grande?


Forse poco o niente, forse solo qualche sensazione, forse il gusto doce del tuo primo assaggio di panettone, o il sapore di Baldassarre il RE MAGIO o RE MAGO (bho!) che ti sei ciucciata tutte le volte che sei riuscita ad afferrarlo, chissà perchè sempre lui poi, che poverino è già il più sfigato. Porta in dono la mirra che nessuno sa cosa sia, tanto che io fino all'età scolastica ho sempre pensato che portasse in dono la birra!


Poche saranno le foto a raccontarti questi giorni, è difficilissimo fotografarti adesso, perchè gattoni qua e là come un fulmine e resti impressa nelle immagini come una scia colorata, artistica davvero!

Forse una cosa la ricorderai e te la racconterò all'infinito, rivedrai i miei occhi misti tra terrore e imbarazzo quando con un rapido colpo, con le tue menine sante, la sera di natale hai messo un ditino nella bocca della vecchia nonnina centenaria che ti ninnava con tanto amore e ZAC come per magia le hai tirato fuori la dentiera... ORROREEE!

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